Studio di Architettura Martin
Arch. Roberto Martin
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Studio Arch. Martin Roberto
Via Roma 407 - 35029 Pontelongo
Temi e Frammenti
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Indice
1.1
Frammenti - Natura della casa
La casa come luogo sacro inviolabile della persona
L’HORTUS CONCLUSUS
Simbolo Cristiano della sposa, della Chiesa e della Vergine Maria
Il giardino di un harem
Il giardino del desiderio
L’hortus Conclusus ,presente in tante culture nel tempo, è il luogo che darà forma, ad esempio nel medioevo, ad un aspetto nodale per le celle dei frati nei monasteri Benedettini (Camaldoli).
Uno spazio verde cinto da un alto muro che isola dal mondo esterno.
Giardino dello spirito, metafora dell’esistenza umana.
Il muro che lo circondava diventava il limite tra dentro e fuori, separandolo e allo stesso tempo proteggendo.
Si entra dalla “soglia” simbolo del passaggio. Fuori si trova il caos, i problemi e gli estranei. Così l’uomo, che supera il confine della soglia, modifica la sua condizione personale e può coltivare il suo “orto”.
“Nella poetica medioevale in questo giardino (Hortus Conclusus), nel suo spazio chiuso e inaccessibile, la natura e l’uomo possono ritrovare la condizione di originaria purezza del momento della creazione”.
La CASA dove si rientra per vivere, luogo di libertà ma anche possibile prigione, non è un semplice manufatto ma IL LUOGO della PERSONA, luogo SACRO INVIOLABILE (“HORTUS CONCLUSUS”).
1.2
Casa - Territorio - Catasto
N.B. (le note che seguono delineano una descrizione sommaria, non sistematica ed incompleta )
La casa è un organismo che vive in un contesto sociale, che si articola nel rapporto complessivo con le funzioni di una comunità e del territorio. Il “CATASTO” (KATA’ sopra e ISTEMI colloco) è lo strumento per leggere e documentare graficamente l’articolarsi delle parti nel territorio.
Il catasto costituisce: inventario, raccolta e registrazione di oggetti, mappe o documenti. Il catasto è il registro che identifica tutti i beni immobili, individuando in modo univoco nelle mappe la loro forma, estensione e consistenza; ed inoltre individua la destinazione d’uso, il grado di produttività dei beni, i loro possessori ed i titolari dei diritti reali.
Il catasto è quindi anzitutto una fotografia dell’esistente; fondamentale base cartografica di conoscenza dell’ ambiente, indispensabile ed utile strumento al servizio di tutti gli “SCOPI CIVILI” di una comunità.
Estratto di mappa- ufficio tecnico Erariale - catasto italiano
Corso del Bacchiglione mappa napoleonica
La funzione del catasto di censire i beni immobili, è finalizzato all'accertamento delle caratteristiche tecnico-economiche degli stessi ed alla registrazione di tutti gli eventuali cambiamenti nel tempo.
E’ un archivio dettagliato di tutte le proprietà immobiliari, siano esse pubbliche o private, che si trovano in un determinato Comune, registro di tutti i beni immobili presenti sul territorio nazionale.
L’accertamento della proprietà immobiliare e la determinazione per ciascuna particella delle rendite registrate nel catasto sono alla base dell’accertamento fiscale.
1.3
Breve storia del Catasto
Origine e finalità
Pianta di
Chioggia 1557
Provveditori sopra i beni inculti 1672 proprietà Foscarini
La Repubblica di Venezia, ad esempio sin dal 1476 negli archivi dei Provveditori sopra i beni inculti e in quelli dei Provveditori dei beni comuni si conservavano le mappe di tutte le proprietà.
Nel 1815 sarà il governo Napoleonico che provvederà a realizzare un nuovo Catasto, quello “ Napoleonico”. Che verrà sostituito nel 1845 e aggiornato nel 1852 dal Catasto “Austriaco”.
Il Catasto Terreni
La "formazione" del Catasto Terreni del Regno d’Italia viene disposta con la legge 1° marzo 1886
All’articolo n.1 di questa che è la Legge Fondamentale del catasto terreni descrive il Catasto Italiano come: "catasto geometrico
particellare, fondato sulla misura e sulla stima” Non probatorio!, non certifica quindi legalmente diritti reali sugli immobili (es. confini di proprietà).
Ha lo scopo di accertare la “proprietà” immobiliare, evidenziarne le mutazioni e determinando le conseguenti imposte “con uno scopo di carattere civile”.
E’ un catasto che fa l’inventario di tutti i suoli agricoli e i fabbricati rurali al loro servizio, i terreni incolti, strade pubbliche e le acque esenti da estimo.
Il Catasto Edilizio Urbano
La “formazione" del Catasto Edilizio Urbano, è successiva a quella del Catasto Terreni Viene disposta con la legge dell’11 agosto 1939.
Il catasto italiano era allora un catasto di carattere reddituale e solo con i decreti del 1990/91 è stato surrettiziamente trasformato in patrimoniale.
Il Catasto dei Fabbricati
Il Catasto dei Fabbricati è istituito con l'emanazione del decreto-legge 30 dicembre 1993, n. 557
Il Catasto dei Fabbricati non sostituisce il Catasto Edilizio Urbano, ma lo integra e ne estende la competenza.
Possiamo dire che il catasto italiano è quindi l’ inventario di tutti i beni immobili presenti nel territorio nazionale.
Sino al 2012 l’ ufficio catastale preposto dall’Ufficio Tecnico Erariale si chiamava: “Agenzia del Territorio”
sottintendendo l’importanza prevalente della natura di conoscenza fisica del patrimonio immobiliare, posto sul territorio.
Dal 1° dicembre 2012 (purtroppo!) l’Agenzia del Territorio è stata fusa nell'Agenzia delle Entrate, con conseguente modifica del suo ruolo originario di prevalente mappatura e conoscenza fisica del territorio.
Questa decisione evidenzia una “scelta politica”, volta ad accentrare e caratterizzare il catasto come “strumento principe” al servizio della TASSAZIONE.
Il prevalere dello SCOPO FISCALE (non dichiarato) ha riversato per altro delle gravi difficoltà nella gestione tecnica sul versante cartografico territoriale.
1.4
La Riforma Catastale
L'ultima creatura
Il catasto è un organismo delicato, complesso e non omogeneo, è il frutto di una lunga stratificazione storica (la storia della Penisola Italica, dei suoi Comuni, delle sue molteplici frammentazioni e dei tanti soggetti che l’hanno gestito).
Il catasto basato su meri intenti fiscali, su patrimonio e rendite, costituisce e determina un sicuro squilibrio nei confronti della già difficile gestione della sua natura di strumento cartografico.
La riforma catastale, in fieri, è stata proclamata come necessaria modernizzazione degli strumenti di mappatura degli immobili e di
revisione del catasto dei fabbricati.
In realtà il censimento catastale nasce con lo “Scopo Fiscale” di determinare i ”VALORI PATRIMONIALI” delle proprietà e non ha più lo
scopo, come era in origine, di determinare il reddito potenziale imponibile dei fondi rustici e dei fabbricati urbani e della conseguente imposizione fiscale.
Lo scopo di determinare i valori del patrimonio è facile da dire!
ma… la ricerca di perequazione, il passaggio da vano a metro quadrato, la valutazione dei prezzi di mercato, i costi di manutenzione, il variare degli eventi, le condizioni temporali ecc., elementi tutti affidati alla sola Agenzia delle Entrate creerà anzitutto un grave squilibrio di “POTERE”.
Si finirà infatti con l’ affidare ad un solo soggetto la determinazione delle regole, il giudizio di merito sui beni ed il compito di essere il gabelliere della pubblica amministrazione.
1.5
Riforma Catastale e tasse
Per non spaventare i proprietari, relativamente alla riforma catastale in essere, il governo afferma:
Sino al 2026 le tasse non aumenteranno! La casa non si tocca! E si prevede che le informazioni rilevate non siano utilizzate per la
determinazione della base imponibile dei tributi, la cui applicazione si fonda sulle risultanze catastali, né comunque per finalità fiscali (lettera a).
A fronte di questo generico principio di invarianza di gettito, si rischia certamente di partorire, a livello tecnico, “un mostro”.
E’ certo che, se non si provvede “a monte”, subito, a stabilire gli obiettivi perequativi da perseguire e se non si spiega, subito, quale tipo di perequazione si intende realizzare, gravi saranno i danni per i proprietari.
Bisogna sottolineare che se non si impedisce che, nella determinazione dei valori patrimoniali, abbia a prevalere una visione fondata sull’invidia sociale, pesanti saranno le ripercussioni economiche.
L'INVIDIA E' CIECA
(arde di zelo immenso, una mano è rapace e l’altra stringe la sacca del denaro)
LA SUA LINGUA E’ UN SERPENTE. E’ MADRE DI INGIUSTIZIA
INVIDIA - INGIUSTIZIA Immagini di GIOTTO agli SCROVEGNI di PADOVA
E’ certo che, se non prevarrà una mentalità politica “genuinamente non finalizzata al gettito fiscale”, ma si aprirà il varco ad una riforma che veda anche in chi possiede un paio di immobili “un ricco possidente patrimoniale” da espropiare alla bisogna, la RIFORMA DEL CATASTO in essere si rivelerà un sicuro “INGIUSTO MASSACRO FISCALE” per il ceto medio.
1.6
La casa non è un bene da spremere
OSSERVAZIONI GENERALI SULLA TASSAZIONE
I proprietari della casa sono la grande maggioranza fra gli Italiani e per altro il 93% di essi ha redditi fra 0 e 55 mila euro.
La Costituzione all’art.47 incoraggia e tutela il risparmio e la Corte Costituzionale ha più volte ribadito la natura del diritto all’abitazione come diritto funzionale correlato alla dignità umana.
Gli Italiani hanno scelto, dal dopoguerra in poi, di investire nell’acquisto della propria casa, come garanzia di sicurezza personale per la vecchiaia e come difesa del proprio risparmio dall’inflazione, hanno investito sulla casa, o sulle case, i loro risparmi dopo aver pagato regolarmente le tasse.
Oggi ci si ritrova con uno Stato che, scegliendo in modo vieppiù crescente la casa come fonte di sicura e sempre maggiore tassazione, tradisce anzitutto quell’antico e consolidato patto che è necessario per garantire il rispetto e la sicurezza al risparmiatore.
La tassazione su tutti i redditi, che vengono prodotti annualmente, si paga correttamente in base a delle aliquote progressive che sono stabilite in relazione a scelte di natura e necessità di politica economica.
Non è comprensibile come, nella tassazione, non sia applicato sempre “il principio” che si tassano le “rendite reali” di tutti i beni investiti, compresi quindi anche su quelli immobiliari (esempio quanto incassato su di una casa locata).
L’ imposizione di tasse, sull’immobiliare, basate su redditi presunti è anzitutto foriera di arbitrarie valutazioni e di palesi ingiustizie.
Il reddito prodotto dalla propria casa, o da un immobile non locato, è ovviamente solo un “reddito virtuale”.
E’ infatti un reddito che esiste solo su carta (sui certificati catastali); in realtà si tratta di un “non reddito”, che però al momento della tassazione si somma al reddito reale.
Ancor più grave sarebbe la decisione di applicare una tassazione basata sul “patrimonio posseduto” anziché sul reddito prodotto, questo costituirebbe di fatto un reale annuale “esproprio continuato”.
Gli investimenti sui beni immobiliari non possono essere trattati diversamente da tutti gli altri investimenti solo per fatto che “non hanno le ruote”.
PER UNA CASA LIBERA… VERSO APPRODI SERENI
OSSERVAZIONI SULLA TASSAZIONE LOCALE
I tributi locali, a loro volta, rivolgono particolare attenzione agli investimenti immobiliari. Con una serie di provvedimenti quali:
L’I.R.P.E.F.
L’addizionale comunale I.R.P.E.F., è un’imposta che si applica al reddito complessivo determinato ai fini dell’IRPEF nazionale, è facoltà di ogni singolo comune istituirla, stabilendone l’aliquota e l’eventuale soglia di esenzione nei limiti fissati dalla legge statale.
L’addizionale comunale all’IRPEF, contiene quindi al suo interno i redditi reali ma anche i “Redditi Virtuali” prodotti dal bene “CASA”.
L’I.M.U.
L'.IM.U. che si applica in tutti i comuni del territorio nazionale ( tranne nella regione Friuli-Venezia Giulia e nelle province autonome di Trento e Bolzano, dove si applica una Imposta immobiliare semplice I.M.I.S. e l’imposta municipale immobiliare I.M.I.).
L’imposta municipale I.M.U. è dovuta per il possesso di fabbricati (escluse le abitazioni principali classificate nelle categorie catastali diverse da A/1, A/8 e A/9) di aree fabbricabili e di terreni agricoli.
L’I.M.U. è dovuta dal proprietario o dal titolare di altro diritto reale, dal concessionario nel caso di concessione di aree demaniali e dal locatario in caso di leasing; Il suo bersaglio sono “I BENI IMMOBILIARI”!
LA T.A.S.I.
Imposta municipale propria, in vigore dal 1 gennaio 2014, che sostituisce, per la componente immobiliare, l'imposta sul reddito delle persone fisiche e le relative addizionali dovute in relazione ai redditi fondiari relativi ai beni non locati, e l'imposta comunale sugli immobili.
LA T.A.R.I.
Regolata dal Decreto 31 dicembre 2020 del Ministro dell’economia e delle finanze, che concernente l’adozione della stima della capacità fiscale per singolo comune delle regioni a statuto ordinario e dal Decreto Direttoriale 21 ottobre 2020, concernente le modalità di versamento unificato della T.A.R.I. e del T.E.F.A. per l'anno 2021.
NOTA SULLE TASSE LOCALI
Nell’ analizzare la tassazione locale si può constatare che l’I.R.P.E.F., con la sua forma di tassazione sulla somma dei redditi, colpisce la casa in modo progressivo, ma l’I.M.U., che costituisce una TASSA FISSA AGGIUNTIVA sui beni immobiliari, è in realtà “UNA mini PATRIMONIALE”.
L’.I.M.U., che non colpisce il reddito prodotto, ma il patrimonio posseduto, è ovviamente una entrata necessaria ed indispensabile ai bilanci comunali, poiché lo stato non trasferire dall’IRPEF fondi adeguati a coprire le spese locali.
L’I.M.U. è doppiamente ingiusta e finisce con il costituire un autentico affitto che il proprietario paga al Comune; è una reale tassa patrimoniale su risparmi già tassati e determina un reale squilibrio tra le diverse categorie di cittadini.
Abolire l’I.M.U. e tutte quelle forme di tassazione che trovano nella Casa la fonte di una iniqua fiscalità costituirebbe elemento fondante di giustizia sociale (ad esempio, nel calcolo di quanto dovuto per l’asporto dei RIFIUTI si paga prevalentemente più sui metri quadrati che sugli abitanti insediati).
I DOVERI
Il cittadino, con il suo reddito personale, deve porsi al centro del rapporto con il suo territorio, deve essere artefice dello sviluppo del proprio paese, della propria scuola, del proprio ospedale … del proprio ambiente.
I Comuni, con una la fiscalità sulla casa e sui beni immobili basata su redditi reali, devono porsi l’ obiettivo di una equa ripartizione del peso fiscale e privilegiare le famiglie ed i più deboli.
Il cittadino e la comunità, rafforzando con il loro comportamento collaborativo determinano la crescita, lo sviluppo e la solidarietà sociale, e realizzano la qualità dell’abitare quell’ “hortus conclusus” che costituisce il valore dell’ appartenere comune della persona.
Pontelongo 31.03.2022
Arch. Roberto Martin
P.S: La Casa: il riflesso con la persona, il suo rapporto sul territorio, il suo essere nella proiezione sociale e la proiezione sulla economia mi hanno sollecitato a redigere le riflessioni personali sopra descritte. Nella convinzione dell’ incompleto e parziale risultato dei contenuti esposti è mia speranza che forniscano una base per un articolato dibattito e per utili approfondimenti.
2.1
Barriere Architettoniche Pontelongo
Il gravissimo stato della pavimentazione di Via Roma, in Pontelongo, impedisce alle persone più fragili l’uso degli spazi pubblici.
Le immagini allegate vogliono offrire una proposta progettuale atta ad indicare un percorso per l’eliminazione delle barriere architettoniche.
Pontelongo, 10/05/2019
Arch. Roberto Martin
3.1
ALBRECHT DÜRER (1471-1528)
Pontelongo, - Lunedì dell'Angelo 2022
Nel 1513 Dürer ha 42 anni è un affermato benestante, inquieto e molto attivo, da tempo si è interessato alla tecnica della prospettiva rinascimentale italiana anche se è immerso in una cultura ancora legata ai canoni medioevali, ormai nell’ultima fase espressiva. Ama effettuare periodici viaggi di studio e di lavoro (Venezia la considera un rifugio).
Il misterioso mondo labirintico di Bosch (1450-1516) e la conoscenza della filosofia occulta Di Cornelio Agrippa non gli sono estranei.
Profondamente religioso, abbandonerà il cattolicesimo per cercare appagamento nella visione della riforma proposta da Martin Lutero.
Dopo un viaggio nei Paesi Bassi nel 1521 tornerà stanco e malato e si accentueranno in Albrecht momenti di disagio e di crisi. Nella fase finale della sua opera la spiritualità luterana lo spinge a dipingere immagini che si concentreranno sulla ricerca della bellezza e della precisione evitando, in questa ultima fase, i temi profani e quelle immagini sacre che erano ritenute fonti di idolatria per il mondo protestante.
3.2
-MEISTERSTICHE 1513-1514 -
Fra gli anni 1513-1514 realizza, fra l’altro, tre opere denominate “meisterstiche” che possono essere indicate come tre importanti condizioni e/o scelte di vita legate a modalità dell’essere intellettuale.
MELANCONIA I
SAN GIROLAMO NELLA CELLA
CAVALIERE LA MORTE E IL DIAVOLO
Le tre allegorie: della melanconia I, del San Girolamo nella cella e del cavaliere, la morte e il diavolo, sono tre esempi di scelte e/o condizioni di vita collegabili rispettivamente agli stati: riflessivo; teologico; morale.
Dürer, nel realizzare questa trilogia, ha escluso una possibile quarta incisione che poteva essere collegata all’umore del COLLERICO (Marte-fuoco –estate).
Nella visione astrologica, del tempo, le tre allegorie erano condizioni riferite ai corrispettivi umori di base: LA MELANCONIA o BILE NERA (Saturno-terra-inverno); IL BENEVOLO o FLEGMA (Giove-acqua -autunno); IL SANGUIGNO ( Venere-aria -primavera).
3.3
MELANCOLIA I
DESCRIZIONE - Un’ angelo afflitto “dall'humor nero” è immerso in tetra inazione, accovacciato con un braccio appoggiato ad un libro chiuso e in una mano un compasso (strumento di misura
ed orientamento) impugnato in modo improprio.
L’altro pugno sorregge il volto (scuro/bile nera) cinto da una corona di ranuncoli( fiori contro la melanconia) sui capelli scomposti con uno sguardo duro rivolto al nulla. Ai suoi piedi,
sparpagliati, gli strumenti da usare per l’ingegno (chiodi, sfera tornita, pialla, mantice, martello, tenaglia, seghetto ecc.) e accanto un cane emaciato e dormiente in posizione fetale. Un
putto imbronciato e triste (incapace di amore) è seduto su di una macina e scarabocchia su di una tegola. Un solido incombente a facce pentagonali (dodecaedro) è di impedimento all’accesso alla scala di legno(ascesi) che è appoggiata ad una torre/edificio sulle cui pareti sono appesi la clessidra, la meridiana, una bilancia, la campana ed un quadrato magico con la somma dei numeri uguale a 34.
Sullo sfondo, in lontananza, un piatto paesaggio marino lambisce una fascia costiera con un borgo e delle barche. Nel cielo un pipistrello diavolesco, stridente, sorregge e dispiega la
scritta” MELANCONIA I”, alle sue spalle risplende un bagliore spettrale di cometa ed un arcobaleno lunare. SR -MR
-RIFLESSIONI - MELANCOLIA I -
La Melanconia è la condizione esistenziale che coinvolge, al tempo del Dürer, tutti gli individui “eccezionali” e nella lettura simbolica risulta collegata all’umore di base della bile nera ( chole-melas)-Saturno-terra- inverno -.
Dürer vive nel periodo di forte fermento della riforma e della controriforma, in una fase storica in cui domina l’inquisizione. Le traversie del cattolicesimo, la perdita delle certezze nelle verità della fede in Cristo e le forti inquietudini che dominano il mondo protestante conducono a ricercare risposte guardando all’indietro, ad un passato ritrovato. E’ un ritorno che si rivolge alla civiltà greco/ romana, che apre la strada agli studi astrologici, alle ricerche esoteriche, mitologiche e alchemiche che daranno vita all’affermazione dell’umanesimo anzitutto italiano.
Ed è proprio con lo svilupparsi della condizione “melanconica” delle classi colte, originata dalla cultura rinascimentale, che si perverrà con grandi contraccolpi all’affermarsi dell’illuminismo.
Così oggi l’ateismo, figlio dell’illuminismo, genera una fase culturale che, impugnati sacri diritti di libertà e di eguaglianza, si risolve nella negazione della storia e nel trionfo di un materialismo individualista ed edonista.
Nuove divinità sorgono e si affermano ( la terra; l’ecologia; l’ animale; il cambiamento climatico; il gender; ecc.) supportate da un neo-scientismo che ora si avvale del grande potere della tecnica, della finanza e degli strumenti di controllo sociale.
3.4
SAN GIROLAMO NELLA CELLA
DESCRIZIONE - ALLEGORIA DELLA VITA TEOLOGICA
Nella incisione di San Girolamo l’immagine è realizzata avvalendosi di una prospettiva perfetta con la linea dell’orizzonte posta esattamente all’ altezza della testa del Santo. L’aureola, ed il corpo sono inondate dalla luce solare.
La cella è immersa in un clima accogliente ed intimo; in essa regnano pace ordine e sicurezza. E’ presente il teschio, il copricapo e la clessidra; un cane addormentato che è garanzia di fedeltà ed a un leone, accovacciato, che impedisce l’accesso al piano della cella, posta su di un gradino rialzato, è affidato il compito di salvaguardare lo studioso.
Nessun pericolo o distrazione sembra poter violare questo angolo di serena beatitudine ove il Santo è intento nell’opera di traduzione della Parola di Sapienza Divina.
RIFLESSIONE -
La vita di San Girolamo, Dottore della Chiesa, era piena di turbamenti ed attrazioni che le delizie di Roma offrivano. Contro queste tentazioni il Santo impegnava un continuo combattimento, con digiuni e penitenze.
Cercava rifugio in luoghi sempre più lontani dal clamore e si immergeva nello studio, nella meditazione e nell’impegno per la redazione di una accurata revisione della traduzione latina della Bibbia.
Dürer ha eseguito quest’opera attratto dall’esempio offerto dalla vita di San Girolamo; la sua battaglia per riuscire a realizzare una esistenza coerente, la sua Fede profonda e la sua capacità di produrre un importante patrimonio librario a servizio della Divina Verità.
MR
3.5
IL CAVALIERE LA MORTE E IL DIAVOLO
DESCRIZIONE
Il Cavaliere guarda innanzi, lo sguardo severo, incorniciato dalla
visiera dell'elmo sollevata, indossa una ricca armatura Massimiliana.
È armato con la lunga spada nel fodero e la lancia appoggiata sulla spalla, la punta verso l’alto con infilata una pelliccia di animale.
Avanza armonioso e deciso guidando un destriero dal profilo e
dalle proporzioni perfette. Alle sue spalle compare un diavolo cornuto ed armato che tenta di ghermirlo ed al suo fianco la morte che sul capo porta una corona intrecciata di serpentelli e
lo guarda mostrandogli la clessidra e la meridiana. La morte cavalca un ronzino emaciato con la testa protesa verso il basso che guarda un teschio ed accanto una tavoletta che riporta
le iniziali “HD “del Dürer e la data del 1513 con anteposta una S (Salus).
Un cane lo accompagna rincorrendolo e fra gli zoccoli del
cavallo è raffigurata una lucertola che è protesa nella direzione opposta a quella del cavaliere.
Il paesaggio di fondo appare come una foresta secca, fredda ed oscura e su di uno spuntone nel margine alto sinistro è infilata una veste. In alto in lontananza si intravvede nel chiarore una città turrita.
LETTURA - Il Cavaliere appare imperturbabile e rimanda all'umore sanguigno legato a Venere- aria- -primavera (C.Agrippa). L’Eques Cristianus, nobile eroe, peregrina nella selva, oscura, selvaggia e piena di insidie. “La Vita”.
Cavalca un possente destriero, cavallo molto addestrato per le battaglie, che rappresenta la ragione e l’istinto, facoltà pur sempre animal-umane e quindi fallaci.
L’Eques indossa la corazza della fede e non si cura, non teme “la Morte”, la quale gli indica la misura della durata della vita con la clessidra ed il tempo quotidiano che gli è affidato con la meridiana. Un meschino diavolo viene umiliato, è armato di arpione ma nulla può contro le armi del Cavaliere che lo ignora.
Ciò che deve guidare l'essere umano è l'intelletto divino che si ottiene attraverso la preghiera e la fede e l’Eques Cristianus, nel suo pellegrinaggio terreno, è aiutato dalla fedeltà e dalla sagacia del cane che rappresenta il sapere ed il ragionamento veritieri. Una lucertola, che si muove in direzione opposta al cavaliere (verso il passato non ci si orienta), rappresenta la memoria di una impossibile immortalità.
Il cavaliere realizza la condizione di chi ha fede in una vita attiva, di chi si muove guidando la ragione.
E’ il Cristiano che opera nel mondo sicuro di sé, armato della sua Fede, è l’Eques Cristiano che non guarda indietro, sa vincere le tentazioni del demonio e non si fa spaventare dalla morte.
Il Cavaliere procede imperturbabile nella vita per quanto fredda, oscura, pericolosa, piena di pericoli e di presenze mostruose. Il cammino fino alla città di Dio è molto lungo, lontano ed in salita. La città Celeste è la meta. Quella è la nostra casa!.
Raffaele Soranzo - Roberto Martin
RIFLESSIONI - Dürer si sentiva oppresso dalla bile nera che non gli permetteva di accedere alla realtà metafisica ed alla profezia, sentiva il limite dovendo adattarsi a conoscere la realtà fisica solo attraverso la ragione.
La tavola del cavaliere rappresenta il desiderio e l’aspirazione di realizzare un’impresa da uomo fedele ed operoso. E’ il desiderio di colui che vuole procedere nella “Fede” e non si abbandona alla “Melanconia” (stato umorale macchiato dal peccato originale) condizione umana presente e sempre fisicamente operante ed attiva nella storia . RS - MR